Sentiero immerso nel bosco, tra cascate e corsi d’Acqua
Il punto di partenza è la frazione di Umito. Si può lasciare l’auto nelpiccolo parcheggio in fondo all’agglomerato di case. Da qui proseguire a piedi seguendo le indicazioni per le Cascate della Prata. Il primo tratto è molto agevole e percorso anche da mezzi per raggiungere i numerosi castagneti, curati in maniera impeccabile daiproprietari. Per quasi tutto il percorso sarete accompagnati dalla vista o dal rumore dell’acqua che scorre. Il sentiero infatti si sviluppa per buona parte a ridosso dei corsi d’acqua, circondato da una vegetazione rigogliosa e lussureggiante: muschio, felci e
altre specie amanti di ambiente umidi. Un clima rigenerante per corpo e mente, in particolare d’ estate quando si desidera prendere una pausa dal caldo e dall’ambiente urbano.
Lasciate la deviazione verso le Cascate della Prata per seguire verso quelle di Volpara. Continuate sulla strada Bianca fino al Rifugio Scalelle (805 mslm) a circa 2,5 km dalla partenza. Troverete anche una sorgente, e da qui il sentiero si riduce acquisendo ulteriore fascino.
Il tracciato si inoltra nella valle passando sempre sul versante destro (orografico), salendo a sinistra, poco sopra il torrente che nel suo viaggio verso la confluenza con il fiume Tronto (nei pressi di Acquasanta) cambia nome tre volte. Nella parte alta è indicato come Rio Volpara, poi diventa Fosso della Montagna nel tratto mediano ed infine, nella parte bassa dove forma delle gole molto suggestive e ricche di grotte, diventa Rio Garrafo . Quasi tutto il percorso si svolge dentro il bosco, solo nel tratto vicino al “Fornetto” alcuni brevi radure aprono la visuale sulla valle della Corte.
Nel 2020 grazie alla sistemazione e all’ampliamento del sentiero, le locali Comunanze Agrarie con lavoro volontario hanno ripristinato e riattivato l’antico forno nel cuore della montagna. Questa zona era molto frequentata nel passato: i pastori stanziavano nella parte alta mentre lungo i versanti i carbonai allestivano le Piazze, “cataste” di legna che permettevano di ricavare carbone dalla combustione del legno e portarla a valle per la vendita.
La zona è caratterizzata da una forte concentrazione di toponimi religiosi: Ara della Croce, Porta del Papa, Vena dell’Altare, Fonte Sant’Amico.
Questi luoghi furono anche teatro di eventi drammatici durante la Seconda Guerra Mondiale, quando numerosi partigiani e abitanti di Pozza e Umito sono stati vittima di rastrellamenti e fucilazioni ad opera delle truppe tedesche. Nell’attacco persero la vita 12 abitanti del posto e 37 partigiani, tra cui 15 jugoslavi. Altri riuscirono a fuggire verso monte protetti proprio da questi boschi che oggi ammiriamo.
Un’escursione adatta a tutti, per gran parte priva di difficoltà e al riparo dal sole. Potete trovare anche delle eleganti e comode sedute dove fermarvi a godere dell’ambiente circostante.